Il turismo non basta volerlo occorre promuoverlo davvero.
In un luogo tra i più frequentati, visibili e suggestivi di Mazara, situazioni cristallizzate da difficoltà privata e da inerzia politica amministrativa portano alla perdita di valore pubblico e di bellezza. Immagine desolante e inaccettabile nell’avamporto del porto-canale due depositi vinari dismessi in grave degrado. Fino agli Anni Settanta, strutture logistiche con grosse cisterne in cemento utilizzate nel porto di Mazara ove il vino, dei territori di Mazara, Salemi, Alcamo e Valle del Belice, partiva in navi cisterne per il Nord Italia e la Francia. Il deposito privato scheletrito è in rovina. Il più grande acquisto del Comune, in pericoloso degrado. Con efficace strategia di contrasto, tecnici e analisti dell’istituto Il Duemila, presieduto dall’avv. Nicolò Vella (nella foto), mettono in campo l’idea del progetto di ristrutturazione a nuova destinazione. Ingabbiato quello comunale, tra Palazzo dei Cavalieri di Malta e Teatro Garibaldi, viene suddiviso strutturalmente in parti differenti con prospettive diverse e specifiche. La parte con ingresso nella via Carmine ad allargare il Teatro Garibaldi che in tal modo avrà il parterre e spazio servizi nel rispetto dei requisiti di legge per superare l’attuale dubbia fruibilità al pubblico. Dopo inaccettabile chiusura per settant’anni la recente apertura resa possibile da interventi strutturali delle amministrazioni del Sindaco Vella per evitare crollo della volta e di palchi negli Anni Ottanta e il laborioso recupero delle combinazioni di colori di arredo negli Anni 2003/04.
La parte più estesa del’ex deposito, con facciata e ingresso nel piazzale Quinci dell’avamporto, destinato secondo il progetto de Il Duemila a Museo del Mare. Valore di Mazara, salto di qualità per la città che ha radici sul mare. Scorrendo la galleria museale un mix di citazioni e visioni evidenzia il percorso storico, culturale, archeologico, socio-economico tra mare e territorio del trionfo della comunità mazarese tra il più influente nel mondo mediterraneo. Fa vedere e capire che il mar Mediterraneo è stato ed è un universo in continuo cambiamento per Mazara secondo il modello narrato dal grande storico francese Fernand Paul Braudel. La città, durante tutto il secondo mezzo secolo del Novecento, capitale e vetrina italiana e mediterranea della pesca di altura, non vede più futuro prospero nella pesca.
Il progetto espositivo nella cura della cultura identitaria del mare, con pezzi di reti da pesca, attrezzi di bordo e materiali preziosi, pone attenzione al lavoro pericoloso, notte e giorno, dei pescatori mazaresi, nelle battute di pesca con mare forza otto-nove, tragici affondamenti con l’equipaggio di storiche paranze a vela, di moderni pescherecci come quello tragico sugli scogli di Lampedusa nel mare in tempesta dell’Andromeda, alla sua prima battuta di pesca, ai coraggiosi salvataggi recenti nello Stretto di Sicilia di disperati migranti in fuga dalla guerra e dalla miseria, a rischio di sicura morte per affogamento. Alla attività del modello positivo di lavoro e di vita per l’integrazione con i tunisini. Mediante formati mediali il Museo scopre e visualizza tracce di grandi avvenimenti che il mare ha lasciato a Mazara come luoghi simbolici del mondo mediterraneo. Patto di pace a Capo Feto tra Ammiraglio della flotta romana e quella cartaginese nella seconda guerra punica. Sbarco nella costa di Quarara del potente esercito di soldati e cavalieri Arabi, conquistano la Sicilia, eleggono Mazara capitale del Val esteso fino ad Agrigento. Potere e prestigio che pur ridottosi nel corso dei secoli consente a Mazara di essere Vice Prefettura fino all’Unita d’Italia. Per la contemporaneità le sale del museo pongono in risalto visioni fantastiche di Mazara testa di ponte della prima opera umana che ha unito materialmente l’Italia e l’Europa con l’Africa con tecnologia tutta italiana del gasdotto con l’Algeria.
Nel Museo del Mare riapparirà in esposizione la “Pinacoteca chiamata Algeria”, dono prezioso del premier Amintore Fanfani alla cerimonia inaugurale del gasdotto trans mediterraneo presenziata da Sindaco, Ministri italiani, algerini, tunisini, Presidente dell’ENI, Governatore della Sicilia e Vescovo. La Pinacoteca opera scientifica e fotografica dei reperti grafici degli abitanti del Sahara quando nell’era preistorica non era un deserto ma regione ricca d’acqua. Altra unica copia della Pinacoteca chiamata Algeria si trova a Parigi che la mostra al mondo con prestigio e guadagno. A Mazara è scomparsa, abbandonata colpevolmente in un magazzino. Sfida innovativa del Museo del Mare di Mazara sarà la colonna sonora di canti tradizionali di pescatori e delle canzoni del mare. Con il museo della Civiltà del Mare la città con duttilità giocherà un ruolo culturale mediterraneo di stampo europeo incentivo potente per essere tappa importante del tour turistico d’Italia. Detto senza troppa retorica è “L’altra Mazara” che i cittadini si aspettano che la classe dirigente sia capace di interpretare e promuovere.
Istituto di ricerca Il Duemila